Eliminare le barriere con l’apprendimento basato sulle attività
“Siamo tutti diversi. Le scuole devono eliminare barriere quali pareti e insegnamento frontale, che ostacolano lo sviluppo di alunni e insegnanti”, spiega Mie Guldbaek Broens, antropologa dell’educazione e promotrice dell’apprendimento basato sulle attività. “Dobbiamo creare un ambiente di apprendimento stimolante, trasparente e collaborativo nelle scuole”.
Mie Guldbaek Broens
- Casa: Utrecht, Paesi Bassi. "Ma sono costantemente in viaggio.
- Lavoro: Consulente e relatore sullo sviluppo delle scuole e degli ambienti di apprendimento. Gestisce la propria attività, LOOP.bz, in collaborazione con suo padre Jens Guldbaek.
- Istruzione: Master in antropologia educativa.
- Cibo preferito: un panino di maiale preparato con cura da Chivuo a Barcellona.
- Bevande preferite: birra artigianale e buon caffè.
- Attualmente sto leggendo: George Orwell, Down and Out a Parigi e Londra.
- Gusti musicali: Electro swing, i Beatles, "o qualsiasi cosa il mio partner si metta".
- Attività per il tempo libero: "Il mio lavoro è il mio hobby".
Mie Guldbaek Broens iniziò la propria carriera come insegnante, ma scoprì presto una vera vocazione per l’antropologia dell’educazione e da allora gira il mondo come consulente per lo sviluppo delle scuole. Nelle prime esperienze di insegnamento, era obbligata a rimanere in aula con gli alunni. Faceva uscire gli alunni dall’aula e utilizzava i corridoi e la biblioteca per discussioni e lavori di gruppo. I colleghi di Guldbaek Broens iniziarono presto a lamentarsi del fatto che i suoi alunni disturbavano le altre classi. Questo atteggiamento non era per niente in linea con la ferma convinzione di Guldbaek Broens che i bambini imparano “toccando con mano” e non ascoltando passivamente le spiegazioni di qualcuno.
“L’insegnamento si concentra sui concetti esposti dall’insegnante. Credo che invece dovremmo concentrarci sull’apprendimento da parte degli alunni. Considerando che siamo tutti diversi, l’insegnante deve riuscire ad adottare metodi diversi per i singoli alunni”.
Abbattere le barriere
Questo approccio cambia tutte le carte in tavola in termini di aspetto e organizzazione delle scuole. Tutto il vecchiume deve essere letteralmente abbattuto: sia le barriere fisiche quali pareti e porte che gli ostacoli mentali, come l’idea che gli insegnanti debbano lavorare da soli con la propria classe.
Se gli alunni devono avere un ruolo attivo, anziché limitarsi ad ascoltare e scrivere, gli ambienti devono essere adatti a diverse attività. È possibile che alcuni alunni debbano fare telefonate, altri lavorare online e altri ancora intrattenere una discussione di gruppo o svolgere un compito puramente fisico.
“Affinché tutto questo funzioni, gli insegnanti devono collaborare. Ma come possono farlo se ognuno rimane nella propria aula?”.
Insegnamento basato sulle attività
Mie Guldbaek Broens parla dell’apprendimento basato sulle attività. Una disposizione open space abbinata a stanze di lavoro più piccole offre trasparenza a tutti – insegnanti e alunni. Gli insegnanti possono proporre agli alunni attività in linea con le loro esigenze e capacità.
“Se in un’aula sono presenti più adulti, un adulto può occuparsi dei bambini indipendenti, permettendo a uno o più degli altri adulti di concentrarsi sui bambini che necessitano di maggiore aiuto e supporto. Nel frattempo, gli insegnanti possono continuare ad aiutarsi a vicenda”.
L'ambiente di apprendimento è essenziale per la collaborazione
La collaborazione fra gli insegnanti – l’insegnamento interdisciplinare – è un concetto chiave per Mie Guldbaek Broens. Secondo TALIS*, un importante studio condotto dall’OECD, la collaborazione è essenziale per la soddisfazione sul lavoro e la motivazione degli insegnanti.
“Gli insegnanti sono abituati a fornire spiegazioni da soli in aula, ma l’insegnamento interdisciplinare risulta naturale alla maggior parte di loro se sono posti in un contesto fisico che lo incoraggia”.
Nonostante ciò, Guldbaek Broens riconosce le difficoltà legate alla creazione di una cultura, un ambiente di apprendimento, che favorisca la collaborazione.
“Bisogna creare un ambiente positivo, sia sul piano fisico che mentale, che rientri in una cultura con una direzione chiara. Significa chiedere molto alle persone che lavorano in una scuola. Ma se si riesce a creare una cultura in cui gli insegnanti credono, tutti parteciperanno con entusiasmo”.
L'acustica è un fattore chiave in ambienti aperti
Quando si eliminano barriere quali pareti e porte, l’acustica diventa una sfida. L’obiettivo di un ambiente di apprendimento aperto è permettere a più persone di muoversi, parlare e lavorare insieme. L’acustica è quindi il primo elemento che Mie Guldbaek Broens prende in considerazione non appena i suoi clienti approvano una disposizione open space.
“Se vogliamo favorire il lavoro interdisciplinare degli insegnanti e le conversazioni degli alunni, dobbiamo prima creare le condizioni giuste. Non dovremmo essere costretti a cambiare o ad adattare metodi educativi a causa di un ambiente acustico scadente”.
Al contrario, bisogna adattare lo spazio ai metodi educativi. Guldbaek Broens sostiene la diversità piuttosto che la versatilità. Le aule non devono essere progettate in modo da potersi adattare a diverse attività. Al contrario, insegnanti e alunni devono avere la possibilità di spostarsi in un’aula, o in una parte di aula, già predisposta per l’attività in questione.
“Questo migliora la collaborazione e introduce un elemento di mobilità”.
Osservare anzichè misurare
In qualità di antropologa, Guldbaek Broens valuta una scuola in primo luogo attraverso l’osservazione. Le misurazioni acustiche possono fornire una prova incontestabile del miglioramento dell’ambiente acustico, ma solo fino a un certo punto. Quando si aumenta un numero già elevato di elementi fonoassorbenti che eliminano i rumori a bassa frequenza, le misurazioni rilevano un cambiamento lieve, con un margine di errore ampio. Tuttavia, osservando il comportamento di insegnanti e alunni, Mie Guldbaek Broens è in grado di rilevare come un miglioramento marginale dell’ambiente acustico possa comportare notevoli differenze.
“Possiamo utilizzare misure semplici, ad esempio contare quante volte un insegnante zittisce i bambini. Al Collegio Montserrat a Barcellona,
solamente dopo aver aumentato il numero di elementi fonoassorbenti, gli insegnanti zittivano molto meno i bambini”.
“Ogni volta che un bambino viene zittito, pensa di aver fatto qualcosa di sbagliato e la sua capacità di apprendimento si riduce. Zittire meno ha un effetto positivo sugli alunni”.
Una prospettiva più ampia favorita dai viaggi
Mie Guldbaek Broens gestisce una società di consulenza, la LOOP.bz, in partnership con il padre, l’architetto Jens Guldbaek. Il lavoro su diversi progetti scolastici ha dato il via alla sua carriera di antropologa dell’educazione.
“Ho maturato le mie competenze attraverso l’osservazione e non sui libri. Ma alla fine mi sono resa conto che avevo bisogno anche di una base teorica”.
Guldbaek Broens ha quindi deciso di seguire un corso di antropologia dell’educazione all’Università di Aarhus, in Danimarca, dove ha conseguito di recente la laurea magistrale. Dal suo CV è evidente che l’antropologia è stata la scelta naturale per una persona che ha trascorso la vita viaggiando e lavorando in tutto il mondo. Guldbaek Broens ha viaggiato in tutti i continenti, a eccezione dell’Antartide.
“Quando viaggi molto, sviluppi una mentalità aperta. Scopri come si vive in altri Paesi e inizi a chiederti che cosa sia “normale”. Avendo visto tante realtà, ho maturato una prospettiva più ampia”.
un grande interesse a livello internazionale
L’educazione e l’opportunità di lavorare con persone che desiderano aiutare gli altri sono le principali motivazioni di Mie Guldbaek Broens.
“Lavorare con i bambini è il mestiere più importante al mondo. Credo nella possibilità di creare le condizioni migliori per gli insegnanti, condizioni su cui oggi non possono contare”.
Se riusciremo a convincere gli architetti a capire gli aspetti acustici e le autorità educative per finanziarlo, faremo molti progressi.
A differenza di molti evangelisti delle più svariate cause, che spesso si ritrovano a remare controcorrente, Mie Guldbaek Broens ha riscontrato un grande interesse a livello internazionale per gli ambienti di apprendimento e l’apprendimento basato sulle attività.
“Si tratta di argomenti relativamente nuovi e solo ora possiamo osservarne gli effetti nel mondo reale. È come una macchina a vapore che sta lentamente, gradualmente, prendendo velocità. Le scuole utilizzano il metodo dell’insegnamento da 200 anni, ma oggi l’interesse si sta spostando sempre più verso l’apprendimento. Se riusciremo a fare in modo che gli architetti comprendano gli aspetti acustici e le autorità li finanzino, faremo grandi progressi”.
Testo: Lars Wirtén
Foto: Immagini diMie Guldbaek Broens by Sanna Dolck. Copertina by Erik van´t Woudfrom, realizzata a De Werkplats primary school (una delle prime scuole elementari dei Paesi Bassi senza alcuna aula)
*TALIS - The OECD Teaching and Learning International Survey (TALIS) - 2013 Results